La sicurezza sul lavoro continua a essere uno dei temi drammatici che la cronaca non smette di portare in evidenza quasi ogni giorno. Ogni anno mediamente il 6% dei lavoratori italiani subisce un incidente sul lavoro. Si tratta di quasi un milione di incidenti di diversa natura e gravità, dei quali circa 600 mila con esiti di inabilità superiore a tre giorni, oltre 27 mila determinano una invalidità permanente nella vittima, e più di 1.300 ne causano la morte. Ciò equivale a dire che ogni giorno tre persone perdono la vita per disgrazie legate alla propria attività lavorativa. Tappa fondamentale in tal senso è la legge 626, che ha introdotto importanti innovazioni nel campo della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, focalizzando l'attenzione sulle regole e gli strumenti operativi.
Il decreto legislativo comunemente noto come la 626 ovvero la legge sulla sicurezza nel lavoro, ha introdotto importanti innovazioni nel campo della salute e sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro e, pur senza sostituirsi alla disciplina precedente, cambia completamente l'impostazione della tecnica di prevenzione. Si passa, infatti, da una normativa incentrata su un tipo di intervento sostanzialmente riparatorio ad una focalizzata sulla prevenzione e sull'informazione. Questa legge, infatti, non riserva più la gestione della sicurezza al datore di lavoro e ai suoi più stretti collaboratori ma, in considerazione della sua importanza, coinvolge tutti i lavoratori nella messa a punto del sistema di sicurezza, sancendo così il passaggio da un sistema incentrato sulle regole ad uno incentrato principalmente sulle singole persone. In primo luogo, la 626 prevede un intervento organico all'interno dell'azienda che coinvolge tutti i soggetti del processo produttivo nel coordinamento della prevenzione: dalle tecnologie che devono essere in regola con i canoni di sicurezza ai lavoratori con i rappresentanti per la sicurezza, dalla struttura medica che per le grandi aziende sarà obbligatorio prevedere al proprio interno ai segnali di sicurezza e alle stesse attrezzature di sicurezza. La legge è incentrata essenzialmente sull'obbligo del datore di lavoro di portare a conoscenza dei propri dipendenti i rischi connessi alla prestazione lavorativa: informare per prevenire e quindi ridurre al minimo i rischi. Dal 3 febbraio 2005 è in vigore l'obbligo del Pronto soccorso aziendale, istituito dal Decreto Ministeriale n. 388/2003. Ogni azienda, sia di piccole che di grandi dimensioni, deve essere dotata di una cassetta o pacchetto di primo intervento, di personale specializzato per la gestione degli interventi di soccorso e di un collegamento con il servizio di emergenza sanitario. Il sistema di pronto soccorso si differenzierà, comunque, in base all'azienda; in merito il Decreto identifica tre diversi gruppi di imprese, la cui classificazione verrà autocertificata dal datore di lavoro, tenuto conto della tipologia di attività svolta, del numero dei lavoratori occupati e dei fattori di rischio.
La nuova strategia comunitaria per la salute e sicurezza 2002 2006: Adattarsi alle trasformazioni del lavoro e della società. Gli 8 obiettivi prioritari per una strategia globale del benessere sul luogo di lavoro Tutti i soggetti interessati devono perseguire:
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